GAMBERETTI, AVANTI TUTTA! 5 DIFFERENZE TRA IL MARKETING DI IERI ED OGGI

Marketing classico, marketing web o web marketing, marketing digitale, marketing offline e online… insomma ci sono un sacco di diciture per definire, in modo sostanziale, quello che negli anni si è evoluto come marketing strategico, cioè tutti quelle azione che hanno (o dovrebbero avere), come unico scopo, una ed una cosa soltanto: portare clienti!!

Si, perché molto spesso, quando ci si affaccia a questo fantastico mondo (è davvero fantastico, giuro non sono ironico), si commette l’errore d’entrare troppo nei particolarismi, nei tecnicismi e nelle valutazioni dimenticandone il fine ultimo.

Ma non divaghiamo, qui sarebbe meglio restare fedeli al tema preposto e semplicemente definire le 5 linee che secondo noi hanno cambiato l’idea stessa del marketing negli ultimi anni, caratterizzandone l’evoluzione nonché la sopravvivenza (c’è qualcosa quasi di epico in quest’ultima frase).

1) SISTEMA CHIUSO VS. SISTEMA APERTO

Mentre il marketing classico veniva gestito in maniera strutturata, pianificato nelle campagne pubblicitarie e con operazioni ben definite, con il digitale si è assistito ad una pianificazione quasi “destrutturata”. Infatti, la pianificazione a medio-lungo periodo, con la velocità dei mezzi di comunicazione d’oggi, sarebbe quasi impensabile; soprattutto non considerare il ritorno di dati sarebbe una mancanza nelle normali attività di gestione della comunicazione aziendale, poiché potrebbe evidenziare degli errori e determinare scelte future sbagliate. Adesso le attività si svolgono in tempo reale, in modo interattivo e con frequenza maggiore.

2) SEGMENTI DI COMUNICAZIONE: SPECIFICA QUANTO GENERALE

Se precedentemente le attività di marketing erano rivolte a segmenti di clientela da cui estrapolare target specifici, oggi le azioni definite su una strategia di marketing sono rivolte ad un pubblico allargato, mondiale, universale, insomma immenso.

Sicuramente ci saranno dei privilegiati a cui riferirsi; avremo sempre dei target su cui far fuoco; ma soprattutto ci saranno dei clienti su cui privilegiare la nostra comunicazione, le cosi dette “personas”. Queste possono essere definite, all’interno dei target, secondo una specifica analisi dei dati di rientro delle precedenti azioni, in modo da poter rivalutare e migliorare la nostra comunicazione aziendale e promuovere quel valore aggiunto per il quale il nostro prodotto/servizio meglio risponde alle esigenze del cliente.

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3) CHE DIREZIONE PRENDERE? CONSUMATORI VS. UTENTI

C’era una volta il consumatore (c’è ancora, ma non ditelo a nessuno) che riceveva informazioni in modo principalmente passivo, mentre oggi c’è un tipo di consumatore che può interagire attivamente, informandosi, paragonando, decidendo orari e periodi di acquisto e via dicendo.

I prodotti ed i servizi erano certo supervisionati dai consumatori dopo l’acquisto, ma i feedback e le opinioni su questi seguivano l’iter del passaparola e per lo più tempi lunghi. Oggi con il digitale, ed in special modo con i socialmedia, il passaparola è diventato un mezzo di marketing tra i più potenti, entusiasmanti e pericolosi allo stesso tempo. Ci si rivolge non più ai consumatori come autorità nel mercato, ma ci si rapporta ad utenti attivi che abbisognano di soluzioni. Le autorità che supervisionano diventano vere e proprie piattaforme private, comunità (community) che hanno regole da rispettare. In questa differenziazione di prospettiva è importante riuscire a comunicare esattamente con persone a cui poter dare il nostro contributo come azienda, aiutandoli anche nella scelta, ma soprattutto costruendo una fiducia nel tempo che possa portare al primo acquisto e ad altri acquisti nel futuro.

4) LINGUAGGIO FORMALE OPPURE PARLARE INFORMATICO

Rimanere nella testa del consumatore, ancor prima dell’acquisto in se, è fondamentale.

Nel medioevo del marketing (scherzo ovviamente) il linguaggio si basava per la maggior parte su formalismi e consuetudini: le attività avevano un iter e una forma predefinita e la pubblicità rispettava canoni prescritti e modalità conformi.

Con l’avvento del marketing digitale, il linguaggio si è trasformato sia nei mezzi che nei metodi. Si basa maggiormente su una comunicazione più diretta, con modalità estemporanee, innovative, e in special modo virali. Ma attenzione, perché c’è il mezzo da considerare: se si vuole comunicare attraverso un motore di ricerca, non considerare che in realtà si sta parlando ad una macchina che filtra le nostre comunicazioni sarebbe un errore. E provarci a ragionare sarebbe un errore ancora maggiore, quasi come convincere un vampiro che le nostre ultime analisi del sangue non erano delle migliori.

In tal caso, la gestione dei contenuti e l’immediatezza del messaggio unite alla capacità di una scrittura formale, diventano due componenti fondamentali per la comunicazione aziendale…e poi beh, più rivoluzionari si è e più si rimane nella mente del consumatore.

5) CHI È COINVOLTO? DIVISIONE MARKETING VS. NON DIVISIONE

La mitica Divisione Marketing (per chi ce l’aveva) doveva essere un reparto ben strutturato, formato da personale di grandissima esperienza in strategia e analisi del mercato, ma pur sempre un reparto e quindi diviso. Utilizzare spesso agenzie di comunicazione esterne, al fine di avere idee innovative e seguire la creazione di campagne, gestione fiere/eventi, ecc. era una normale prassi anche solo per una visione dall’esterno.

Oggi invece, la Divisione Marketing moderna deve coinvolgere maggiormente tutte le persone in azienda, poiché sono le persone a fare l’azienda. Un responsabile può occuparsi della supervisione di una strategia condivisa e valutare il lavoro dei collaboratori a seconda dell’obiettivo a corto termine, ma le attività di marketing sono sempre maggiori e la costanza con la quale queste devono essere seguite, comportano l’utilizzo di risorse quasi dedicate.

La capacità oggi di creare condizioni per avvicinare clienti, conquistarne la fiducia e accompagnarli all’acquisto dei nostri prodotti/servizi, sta nella gestione di tutte le varie componenti che definiscono una strategia di marketing e le azioni ad essa legata, nella lettura del suo sviluppo nel tempo e nel ribaltare completamente schemi prestabiliti.

Insomma, come nella famosa favoletta del giovane gambero: camminare in avanti quando normalmente si va all’indietro, per difficile che sia, è questione d’allenamento; rompere gli schemi tradizionali, la prassi e gli stessi nuovi schemi che lo diventeranno, è invece una questione di tempo, di visione d’insieme, d’idee nuove e di pratica… alla fine il mare è grande e bisogna prima capire da che parte andare.

Matteo